" Che cosa è più bizzarro? Credere che il significato del nostro vivere sia racchiuso nella sequenza delle esperienze che scorrono tra il nascere e il morire, o cercare di rompere il fondale finto dell’ego là in fondo al palcoscenico e ritrovarsi liberi nella nostra natura infinita? "
Il Bardo è l’antico libro tibetano dei morti che racconta come affrontare i passaggi che attraverseremo nel momento del trapasso per raggiungere la piena coscienza.
Bardo significa passaggio, e le "morti" e i passaggi nella vita segneranno sempre i momenti più importanti.
Gli stati del Bardo incominciano qui: la veglia, la dimensione onirica e meditativa "nel passaggio tra un Bardo e l’altro si crea come un varco tra i regni e appare una fugace visione della nostra reale natura che potrebbe condurci al riconoscimento della verità."
Esperienze di bardo ci accadono costantemente. La nostra vita è costellata di spazi sospesi tra ciò che è passato e ciò che è in procinto di iniziare, di confusione che diventerà chiarezza e viceversa. Ma è particolarmente nei momenti di forte cambiamento, di transizione, quando usciamo fuori da un binario che ha condotto la nostra vita per anni, che il passaggio si mostra e, se siamo pronti a gettare via sicurezza e appigli, possiamo cambiare il passato e spingere la nostra consapevolezza in dimensioni al di là del conosciuto.
Il Bardo non ci insegna soltanto a morire, ma soprattutto a vivere diventando responsabili di tutto ciò che creiamo
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